Sei Tappe Da Leggenda
SECONDA PARTE
SECONDA PARTE
Continuiamo il nostro viaggio e raccontiamo altre 3 tappe da...leggenda!
Continuiamo il nostro viaggio e raccontiamo altre 3 tappe da...leggenda!
14 Luglio 1955 - Charlie Gaul - Thonon Les Bains - Briancon
Transitare sul Galibier con 16 minuti di vantaggio sul secondo non è pedalare, bensì volare. L'atleta che spiega le sue ali si chiamava Charlie Gaul, 23 anni allora, lussemburghese. In quel tour non era in classifica, si disse che lo lasciarono andare, ma non fu un'attenuante alla sua impresa, caso mai una pericolosa sottovalutazione da parte dei suoi avversari. Restò in testa per tutta la tappa e per gran parte da solo, dopo aver lasciato al suo destino l'ultimo compagno di fuga, l'olandese Jan Nolten. "L'angelo della montagna", così detto per via della sua agilità nelle salite, li seminò tutti. Ma doveva essere il Tour di Louison Bobet e i francesi non gradiscono le sorprese, soprattutto il 14 luglio, giorno della festa nazionale. "Gli faremo un'altra festa e già da domani!" ebbe a dire Geminiani poco dopo l'arrivo trionfante del lussemburghese a Briancon. Detto fatto. Gaul, a suo agio nel maltempo, soffre tre giorni dopo la salita al Ventoux, affrontata sotto un sole di piombo e giunge ad Avignone con tre minuti di ritardo su Bobet. A Parigi salverà la maglia di miglior scalatore e il terzo posto sul podio. Il "suo" Tour sarà quello del 1958, senza il Galibier ma rifacendosi sul Ventoux e affermandosi come uno dei più grandi scalatori del ciclismo.
29 giugno 1964 - Federico Bahamontes - Thonon Les Bains - Briancon
A volte il Galibier premia gli sconfitti. Coloro che forti nelle salite, non possono però prevalere sui cronomen per i quali, spesso, il Tour mostra indiscusse simpatie. Così fu per Federico Bahamontes, detto "l'aquila di Toledo", splendido scalatore quanto pessimo discesista e limitato sul passo. Solo nel 1959, dopo quattro anni di temntativi, riesce a vincere il suo amico Tour ma una limpida classe in salita lo porta per ben sei volte a indossare la maglia del miglior scalatore. Nel 1954 transita per primo sul colle ma s'irrigidisce nella discesa, tira i freni pago del risultato e lascia al francese Dotto il traguardo di Aix-Les-Bains. Dopo dieci anni, a 36 anni suonati, è di nuovo in testa sulle ostili rampe del Galibier nonostante avesse confidato ai giornalisti che le sue gambe avevano perduto con l'età il 50% del loro vigore. Accompagnava le sue pedalate muovendo il capo e aveva il vizio di voltarsi ogni 50 metri per vedere chi ancora lo potesse seguire. Quel giorno però era solo, approfittando della rivalità dei due favoriti Anquetil e Poulidor, e dopo aver messo a tacere le ambizioni di Hanry Anglade. Scollina con 3' e 30 secondi sul francese, abborda la discesa con la necessaria esperienza della maturità e vince a Briancon. Non gli basterà per indossare la Maglia Gialla. Arriverà a Parigi terzo alle spalle dei due "galletti" Transalpini.
27 giugno 1998 - Marco Pantani - Grenoble - Les deux Alpes
Nebbia, Pioggia, freddo le condizionin peggiori per affrontare una tappa alpina. I corridori salgono ancora una volta dal versante più duro quello di Valloire. Si riconosce la strada grazie ai fari dell'auto. Il Tour è scosso, quasi annichilito dall'affare Festina. Come per Bartali nel '37 anche Pantani arriva alla vigilia della tappa alpina con ritardo in classifica : 3 minuti. "Ora o mai più" annunciano i giornali stimolando l'orgoglio del "Pirata". L'attacco avviene a metà del tratto finale del Galibier, alle Granges, a 50 Km dal traguardo di Les Deux Alpes. Un tratto nè duro, ne improvviso, ma fatale per Urlich, il suo rivale, che inizia a perdere terreno. Erano anni che non si assisteva ad un gesto così deciso, imperioso... i giornalisti francesi rivedono nelle gesta del "pirata" quelle dell'immenso Charlie Gaul.
Pantani è subito avvolto delle nubi e dalla pioggia, beve letteralmente i fuggitivi di giornata. Scollina per primo sotto una temperatura glaciale, abbranca un giubbino ma non gli riesce l'acrobazia di indossarlo in discesa. Ha però la freddezza di fermarsi quei pochi secondi necessari per farlo. Gesto che non farà Urlich, timoroso di perdere altro tempo, e che invece gli farà perdere altro tempo, e che invece gli farà perdere la maglia Gialla , stordito dal freddo e dalla fame.
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